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Pensiamo davvero in maniera cosciente?

Davide Cisotto • 5 gennaio 2020

Il riflesso istintivo che più condiziona il nostro comportamento

Il sistema nervoso è l’insieme degli organi e delle strutture che permettono di trasmettere segnali tra le diverse parti del corpo e di coordinare le sue azioni e le sue funzioni volontarie e involontarie, si fisiche che psicologiche.

Oggi ci concentriamo sulla differenziazione tra sistema nervoso centrale e sistemo nervoso periferico.

Il sistema nervoso centrale è formato dal cervello e dal midollo spinale.

Il sistema nervoso periferico invece è formato da tutti i nervi che escono dalla colonna vertebrale e si diramano in tutto il corpo portando le informazioni provenienti dal quartier generale.

Il sistema nervoso, nel suo complesso, mette in comunicazione le diverse parti dell’organismo e coordina le loro funzioni volontarie e involontarie.

Teoricamente la parte del sistema nervoso che dal punto di vista evoluzionistico ne è la più recente estensione (la parte più esterna del nostro cervello o corteccia cerebrale) ne controlla la funzione. Praticamente, però, per la maggior parte del tempo non è la corteccia cerebrale che ne dirige le risposte.

Invece di far agire il pensiero razionale, il nostro sistema nervoso opera sulla base di un modello segnale/riflesso del tipo “chi arriva prima viene servito prima”. Il primo centro nervoso che ha la capacità di rispondere gestisce “il bisogno”.

I centri nervosi del midollo spinale si prendono cura di molte delle nostre attività, come camminare, muoversi, esprimersi ecc... In ogni caso, la corteccia cerebrale può sostituire questi centri “automatici” di segnalazione con un messaggio più forte in qualsiasi momento lo ritenga necessario. 
Il problema è che per la maggior parte del tempo il messaggio che determina “il cambiamento “ della risposta (motoria o organica) non raggiunge la corteccia cerebrale per una valutazione conscia (quindi consapevole) ed una scelta selettiva.

Trascorriamo la maggior parte della nostra vita reagendo alla “scelta” istintuale di “lotta/fuga” (stimolo primario di sopravvivenza che spiegheremo meglio in un prossimo articolo) controllata dall’ipotalamo (costituisce l’elemento anatomico di connessione tra sistema nervoso e sistema endocrino poiché controlla direttamente la ghiandola endocrina più importante del nostro corpo, l’ipofisi).

L’ipotalamo controlla tutte le risposte istintive: fame, sete, sesso, sopravvivenza. Controlla anche i nervi del sistema nervoso autonomo (che si divide in simpatico, parasimpatico ed enterico) che a loro volta controllano i visceri (organi interni) ed i vasi sanguigni dell’intero corpo.
Durante le reazioni di “lotta/fuga” parte del sangue viene ritirato dalla corteccia cerebrale e pompato ai centri cerebrali più primitivi (verso la parte centrale del cervello, anche chiamato cervello rettiliano, che controlla le funzioni corporee autonome) dove vengono rilasciate paura/rabbia/violenza, e ciò anestetizza efficacemente i centri del controllo cosciente (posizionati nella parte esterna del cervello, chiamata neocorteccia) e la parte esterna della pelle.

E’ per questo che negli shock, nelle estreme emozioni o nei traumi possiamo restare senza parole, o balbettiamo, o dimentichiamo tutto, non udiamo bene, abbiamo una visione indistinta, non sentiamo botte o ferite, veniamo meno, vomitiamo, perdiamo momentaneamente la memoria o “colpiamo alla cieca”.

Non abbiamo, quindi, la possibilità di pensare davvero liberamente in modo incondizionato dalle reazioni lotta/fuga?

Lo Yoga e l'Ayurveda hanno ben chiaro questo problema e ci portano una grande sapienza in merito.

Nei nostri corsi di formazione andiamo ad approfondire l'argomento da un punto di visto teorico ma soprattutto pratico aggrappandoci alla disciplina più antica del mondo ed alle nozioni che essa contiene.

Al seguente link puoi trovare le nostre proposte di formazione

Approfondiremo l’argomento nel prossimo articolo,
Namaskar
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La Cina ha il suo chee-gung e l’India hai il suo pranayama , ma il mondo occidentale non ha nemmeno un termine specifico per indicare il controllo del respiro, e i medici occidentali non capiscono come l’energia atmosferica serva come sostanza nutriente vitale per la salute umana. Ironicamente, la scienza occidentale ha recentemente scoperto abbondanti prove che verificano chiaramente le antiche nozioni orientali sull’aria, il respiro e l’energia, e i loro centrali compiti nella salute e nella longevità. L’essenziale elemento dell’aria che porta la carica del chee risulta non essere né l’ossigeno né l’azoto, né altra sostanza chimica gassosa, ma piuttosto lo ione negativo, altamente attivo frammento molecolare che porta una carica elettrica negativa equivalente a quella di un elettrone. Invece sostanze inquinanti come la polvere, il fumo e i tossici chimici si sono formate nell’aria sotto forma di grandi prigioni polimolecolari che portano una carica positiva. Nell’aria contaminata gli ioni positivi rallentano, afferrano e neutralizzano gli attivi ioni negativi privando l’aria di vitalità. Respirare una tale aria è l’equivalente di mangiare cibi andati a male, pieni di “calorie vuote”. Nell’aria pulita di campagna il rapporto medio tra ioni negativi e i positivi è di circa tre a uno; nella inquinata aria cittadina cade drasticamente a circa uno ione negativo contro 500 positivi.
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I ritmi respiratori influiscono sulla fluidità del fluido spinale all’interno ed attorno al cervello, secondo un nuovo studio. Il fluido cerebrospinale svolge un ruolo importante nel lavaggio dei rifiuti metabolici del cervello. La scoperta potrebbe avere un impatto su malattie del cervello come l’Alzheimer. Il nostro cervello è lavato e pulito da un costante flusso di fluido cerebrospinale, che gioca un importante ruolo di trasporto delle sostane di scarto, come proteine dannose e acqua in eccesso. Il ritmo del tuo cuore è uno dei fattori che influenza la qualità del fluire di questo liquido attraverso il cervello. Ora un nuovo studio mostra che la respirazione influisce anche sulla fluidità del fluido spinale. “ Non è impossibile che le tecniche di respirazione Yoga possano influenzare il flusso del liquido cerebrospinale attraverso il cervello e promuovere la rimozione dei rifiuti di esso ” dice Vegard Vinje del Laboratori Simula Research, dove è candidato al dottorato. Lo studio è stato recentemente pubblicato sul giornale Nature Scientific Reports e fa parte della tesi di dottorato di Vinje sull’argomento. Il battito del cuore ed il sonno promuovono il flusso Alcune sostanze di scarto si accumulano nel cervello a causa di disturbi cerebrali funzionali. Un esempio ben conosciuto è il betamiloide, il quale si accumula in forma di placche quando una persona ha la malattia di Alzheimer. Ma molto non è ancora compreso su come il cervello si sbarazzi dei prodotti di scarto. Nel 2013, tuttavia, alcune ricerche hanno scoperto che il liquido cerebrospinale gioca un ruolo nella pulizia del cervello. Esso fluisce nel cervello lungo i piccoli spazi attorno alle arterie e lava via il materiale di scarto attraverso il tessuto cerebrale stesso. “ Questo ha davvero attirato l’attenzione della gente ” afferma Vinje. Il modo in cui il fluido cerebrale fluisce può determinare quanto efficientemente i materiali di scarto possono venire eliminati. Il flusso è guidato dal battito cardiaco, tra le altre cose, perché le arterie del cervello si espandono ad ogni battito. Inoltre, ricerche precedenti suggeriscono che il flusso aumenta mentre dormiamo. Pressioni cerebrali misurate per un lungo periodo Vincje è stato nominato studente dell’anno in Ingegneria nel 2016 da Universum quando era uno studente presso la facoltà di matematica e scienze naturali dell’Università di Oslo. Il suo master era sui calcoli dei flussi di fluido nel cervello. Precedenti studi di risonanza magnetica hanno dimostrato che la respirazione può influenzare il flusso del liquido spinale. “ Ma questi studi sono stati limitati a brevi periodo di tempo, a causa dei limiti della tecnologia delle a risonanza magnetica ” afferma Vinje. Lui e suoi colleghi hanno avuto accesso alle misurazioni della pressione del cervello dei pazienti con idrocefalia, o acqua nel cervello, che erano al Rikshospitalet, all’ospedale universitario di Ulleval. Queste misurazioni vengono eseguite di routine per determinare quali pazienti necessitano di un intervento chirurgico. Il vantaggio, per le ricerche di Vinje, è che le letture della pressione si estendono per più di 15 ore. Respiro contro battito cardiaco Due sensori di pressione erano posizionati in differenti parti del cervello del paziente, dando 200 misure di pressione al secondo. Da queste misurazioni, Vinje e i suoi colleghi, furono in grado di calcolare il flusso del liquido cerebrospinale usando l’equazione di Navier-Stokes . Hanno calcolato poi la percentuale dei cambiamenti nel flusso dovuti alla respirazione in relazione ai battiti del cuore. Le misurazioni hanno mostrato che le pulsazioni di pressione sono tre volte maggiori per le pulsazioni cardiache rispetto al respiro. “ Sebbene i cicli delle pulsazioni di pressione siano dominati dalle pulsazioni del cuore, la velocità del fluido è tanto influenzata dal respiro che dal battito cardiaco. La quantità di volume del liquido cerebrospinale che pulsa dentro e intorno al cervello è di gran lunga maggiore per un ciclo respiratorio che per un battito cardiaco ” ha detto Vinje. Il volume che è stato spostato durante un ciclo di respirazione era più di quattro volte il volume mosso da una battito cardiaco. Questo perché ogni inalazione dura più a lungo di ogni battito cardiaco, con circa 15 inalazioni al minuto contro 60-70 battiti al minuti, spiega. Respirazione profonda meglio di quella rapida Vinje spiega perché un minor numero di respiri profondi ha un impatto maggiore sul flusso di liquido cerebrale rispetto alla respirazione più veloce e superficiale. In sostanza, le onde più lunghe (onde cerebrali) che risultano da respiri profondi possono trasportare più volume. Vinje le confronta con le onde dell’oceano che colpiscono la terra. “ Immagina una spiaggia con della immondizia. Un’onda lunga rimuoverà immondizia e disordine sulla spiaggia in modo più efficiente di una breve ”, ha detto. Le onde corte e più increspate non arrivano più in alto sulla spiaggia rispetto alle onde più lunghe della stessa altezza, spiega. Può spiegare il valore degli esercizi di respirazione I pazienti nello studio di Vinje hanno preso in media fino a 15 respiri al minuto, il che è normale. Ma per alcuni tipi di esercizi di respirazione profonda dello Yoga, i praticanti possono fare solo cinque respiri al minuto, dice. Sono state fatte molte ricerche su come e se la respirazione possa vere un effetto benefico sulla salute. “ Non è impossibile che parte della risposta risieda nell’effetto delle tecniche di respirazione sul flusso del liquidi cerebrospinale, che a sua volta è stato collegato alla rimozione dei materiali di scarto dal cervello ”, ha detto Vinje. Ora prova a pensare, se tutto questo può accadere facendo fare dei semplicissimi esercizi respiratori (con risultati ben poco differenti tra persone normodotate e persone con patologie) immagina cosa può provocare all'interno del corpo umano una respirazione altamente allenata attraverso le tecniche di respirazione (pranayama) che lo Yoga ci insegna. Nei nostri corsi ( primo anno di formazione in 250 h che trovi in forma annuale e residenziale) analizziamo in maniera approfondita ogni pranayama in modo da poter prendere il controllo del nostro respiro che ci porta ad unire il mondo esterno con quello interno. Potete leggere l’articolo originale cliccando QUI
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