Quante volte ti sei sentito/a affannato/a, con il respiro corto o completamente bloccato, in apnea, durante la pratica fisica?
Ti posso assicurare che non sei l’unico/a, anzi.
Negli ultimi 10 anni di insegnamento il 95% degli allievi che ho incontrato e seguito avevano lo stesso problema, completa assenza di propriocezione del respiro.
E si, tanti di questi allievi mi rispondevano alla stessa maniera:
etc, etc…
Ma perché il nostro respiro è così complesso soprattutto da percepire?
Anche se abbiamo passato tanto tempo a praticare diverse tecniche yogiche?
Questo perché il nostro respiro dipende da tanti fattori che non sono direttamente controllabili in maniera volontaria tra cui:
Come studiamo a lezione dobbiamo imparare a capire che il diaframma toracico è un muscolo-tendine-membrana che è in grado di muoversi solo se tutte le strutture ad esso collegate gli lasciano la possibilità di muoversi.
Il diaframma non è un muscolo volontario, non decidiamo noi il suo diretto movimento.
Ricorda sempre questa frase: “Il diaframma deve essere lasciato libero di muoversi”.
Il diaframma è totalmente dipendente, per la sua funzionalità, dai muscoli e fasce che lo circondano; addirittura, grazie alla teoria delle catene muscolari sappiamo che contrazioni di muscoli, o strutture, molto lontani dal diaframma possono portare difficoltà motoria sull’organo principale del respiro.
Per questo pensare di sbagliare qualcosa nella nostra respirazione è una idea errata, non siamo noi che sbagliamo, semplicemente non siamo nelle condizioni fisiche, emotive e mentali giuste per riuscire a respirare correttamente.
Per questo, molto spesso, ci illudiamo di star respirando bene senza renderci conto di quanto sia alterato il nostro respiro in relazione al nostro stato emotivo e mentale.
Iniziare un percorso di miglioramento del respiro richiede una comprensione approfondita di come funziona il nostro sistema respiratorio, di quanto esso sia legato ai nostri stati emotivi e mentali e quali sono i passi necessari per sviluppare una respirazione consapevole e profonda.
Dobbiamo seguire un percorso che consiste in due step:
1. Seguire un insegnante che sia in grado di guidarci nel migliorare la percezione del nostro respiro attuale.
Si la percezione.
La quasi totalità degli allievi provano a controllare il respiro tramite uno sforzo muscolare e questo non fa altro che peggiorare le cose… e come diceva un famoso spot: “la potenza è nulla senza controllo”.
Noi invece diremo “il controllo è nulla senza la percezione”.
Imparare a percepire il proprio respiro e tutte le sue piccole sfumature è il primo e più importante passo da compiere.
2. Ripetere costantemente gli esercizi basilari.
La ripetizione è l’arma più potente a nostra disposizione.
È vero, sono noiosi ma posso assicurarti che risultano noiosi solo perché all’inizio non capisci ciò che stai facendo e alla mente sembra tutto inutile.
Ma ricordati che la mente, MENTE… quindi non ascoltarla e continua.
Come spiego sempre a lezione; Fidati del tuo corpo!
Si, perché lui sa come respirare correttamente, peccato che poi ci sia sempre la mente a metterci lo zampino, tramite il sistema nervoso le contrazioni vengono mantenute nel corpo fisico.
La mente crea preoccupazioni, rimorsi, riflessi emotivi continui e genera costantemente pensieri… tutto questo ha un risvolto sulle nostre emozioni e sul nostro corpo fisico generando tensioni che andranno a complicare la vita al nostro diaframma.
Quindi, ritorna al punto 1 e prova a capire perché è così importante.
In definitiva, cercando di forzare la mente a concentrarsi sul corpo e sulle reazioni ai movimenti legati al respiro, piano piano (grazie alla ripetizione), smetterà per qualche istante di generare tensioni e il respiro, come per magia, potrà svolgersi in maniera più naturale, senza alcuno sforzo muscolare.
3. Una volta che la mente inizia a rallentare il suo continuo vorticare il respiro ti apparirà diverso, ma solo se continui ad ascoltarlo con attenzione.
Ritorna un’altra volta al punto 1. Fatti un piacere. La mente pensa sempre di aver capito ma non farti ingannare.
Solo nel momento in cui inizierai a percepire come e quanto il tuo respiro sia cambiato inizierai a comprendere come poterlo iniziare a controllare.
Benissimo, ma siamo solo all’inizio quindi non strafare.
Ora ritorna al puto 2. Ripeti e ripeti.
E più ripeti più sentirai cambiare il tuo respiro e più imparerai a controllarlo.
Spunto di riflessione finale: Il controllo arriva alla fine del percorso, tutto inizia dall’ascolto; quindi impara a sederti e ad educare la mente a restare concentrata sul respiro, a farsi guidare dal respiro.
Solo allora, con almeno un mesetto di pratica giornaliera, potremo iniziare a percepire un miglioramento del nostro respiro, e bastano solo 5 minuti al giorno.
Pensa che nel corso di formazione dedichiamo 8 ore solo alla teoria del respiro per poter comprendere in profondità tutte le relazioni ed i benefici che una corretta respirazione può portare al nostro sistema psico-fisico.
Puoi provare a sperimentare una nuova modalità di respirare e liberare diverse tensioni con semplici esercizi che come abbiamo detto sembrano banali, ma ciò che è banale spesso viene sottovalutato dalla nostra mente razionale.
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Saremo lieti di rispondere a tue eventuali domande in merito al percorso.
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