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All'origine dell'equilibrio

Davide Cisotto • 3 febbraio 2022

Come possiamo definire l'equilibrio?

Il corpo umano è un meccanismo talmente sofisticato e affidabile che può essere concepito solo partendo da principi meccanici semplici e ingegnosi.


Il corpo deve assumere varie funzioni: permettere al soggetto di tenersi in stazione eretta, in equilibrio, di spostarsi e infine di esprimersi attraverso il gesto, la parola o il pensiero.


Per rispondere a queste finalità di movimento, ai cambiamenti in relazione al mondo circostante, il corpo deve assicurarsi una fonte di energia e gestire la riserva in maniera molto parsimoniosa. Questa legge di economia si applica al sistema locomotore ma anche alle altre funzioni interne incaricate di assicurare la sua autonomia.


Le leggi che regolano il sistema "corpo umano" sono tre:


  • legge dell'equilibrio. Equilibrio fisico, biologico (omoestasi), emozionale, endocrino ed anche mentale.

L'equilibrio perfetto, cioè l'immobilità, non esiste. L'equilibrio è sempre relativo e può essere solo attivo, dinamico;

  • legge dell'economia. Le funzioni di base (respiratoria, circolatoria, digestiva, statica, locomotoria) devono spendere poca energia. Il soggetto deve spendere il proprio capitale vitale per esprimersi e vivere a seconda dei cambiamenti del mondo circostante;
  • la legge del confort. L'uomo non sopporta di vivere con informazioni essenzialmente nocicettive (dolore); il suo rifiuto di soffrire può arrivare fino alla profonda modificazione della sua postura e del suo carattere.


Da questa ultima legge possiamo quindi capire come il corpo fisico (legge dell'equilibrio) sia molto facilmente modificato in modo da rispettare la terza legge (legge del non-dolore).


Pur di non sentire dolore siamo inconsciamente capaci di cambiare completamente noi stessi e questo vale sia a livello strutturale ma anche a livello biologico, e quindi di funzioni interne del corpo.


Quindi non si modificherà solo la nostra postura ma in relazione ad essa andremo a modificare, inconsciamente, anche le nostre funzioni primarie interne (vedi legge dell'economia).


Per non sentire dolore, quindi, il nostro corpo avrà meno equilibrio (fisico, emotivo e mentale) e disperderà più energia di quanta ne sarebbe necessaria in uno stato di salute.


Possiamo allora facilmente capire come la parola equilibrio possa rivestire diverse accezioni.


L'equilibrio fisico, l'equilibrio emozionale, l'equilibrio dei vari sistemi di respirazione, circolazione del sangue e digestivo, l'equilibrio del sistema endocrino, l'equilibrio mentale...


Tutti sono correlati tra di loro.


Lo Yoga ci permette quindi di poter lavorare indiscriminatamente su tutti questi livelli nello stesso momento.


Lavorare sull'equilibrio della nostra struttura non vuol dire solo riuscire a mantenere l'equilibrio su un piede solo, ma lavorare in profondità sull'equilibrio che la nostra struttura ha perso nel tempo cercando di ristabilire le prime due leggi (equilibrio ed economia).


Equilibrio ed economia del sistema respiratorio in primis. Da questo dipendono svariate problematiche somatiche.

Equilibrio ed economia del sistema circolatorio, ma anche del sistema digestivo spesso mal funzionante a causa di squilibri respiratori e circolatori.


Alla fine, però, appena si inizierà ad avere disturbi funzionali sul piano fisico, viscerale (organi e strutture interne) o psicologico, uno schema di compenso produrrà una modificazione alla struttura arrivando a modificare il corpo.


Per questo lavorare sul corpo diventa così importante: non stiamo lavorando solo sul corpo... Ma attraverso il corpo possiamo lavorare in profondità ricercando l'equilibrio da un punto di vista più ampio.

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Lo studio è stato recentemente pubblicato sul giornale Nature Scientific Reports e fa parte della tesi di dottorato di Vinje sull’argomento. Il battito del cuore ed il sonno promuovono il flusso Alcune sostanze di scarto si accumulano nel cervello a causa di disturbi cerebrali funzionali. Un esempio ben conosciuto è il betamiloide, il quale si accumula in forma di placche quando una persona ha la malattia di Alzheimer. Ma molto non è ancora compreso su come il cervello si sbarazzi dei prodotti di scarto. Nel 2013, tuttavia, alcune ricerche hanno scoperto che il liquido cerebrospinale gioca un ruolo nella pulizia del cervello. Esso fluisce nel cervello lungo i piccoli spazi attorno alle arterie e lava via il materiale di scarto attraverso il tessuto cerebrale stesso. “ Questo ha davvero attirato l’attenzione della gente ” afferma Vinje. Il modo in cui il fluido cerebrale fluisce può determinare quanto efficientemente i materiali di scarto possono venire eliminati. Il flusso è guidato dal battito cardiaco, tra le altre cose, perché le arterie del cervello si espandono ad ogni battito. Inoltre, ricerche precedenti suggeriscono che il flusso aumenta mentre dormiamo. Pressioni cerebrali misurate per un lungo periodo Vincje è stato nominato studente dell’anno in Ingegneria nel 2016 da Universum quando era uno studente presso la facoltà di matematica e scienze naturali dell’Università di Oslo. Il suo master era sui calcoli dei flussi di fluido nel cervello. Precedenti studi di risonanza magnetica hanno dimostrato che la respirazione può influenzare il flusso del liquido spinale. “ Ma questi studi sono stati limitati a brevi periodo di tempo, a causa dei limiti della tecnologia delle a risonanza magnetica ” afferma Vinje. Lui e suoi colleghi hanno avuto accesso alle misurazioni della pressione del cervello dei pazienti con idrocefalia, o acqua nel cervello, che erano al Rikshospitalet, all’ospedale universitario di Ulleval. 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