Ieri abbiamo parlato del fatto che siamo immersi in un acquario senza vetri ma con altri tipi di confini.
A questo punto possiamo chiederci:
cosa possiamo fare di oggettivamente significativo
per la nostra esistenza?
E cosa possiamo fare che abbia un valore anche
per l'ecosistema in cui siamo immersi?
La prima idea che di certo ci viene in mente è trovare la libertà eppure prova a chiederti cosa accadrebbe ad un pesciolino rosso liberato in mare aperto… Morirebbe!
E ognuno di noi sa, in cuor suo, che la libertà è un grosso rischio; per questo motivo proviamo a migliorare la nostra vita piuttosto che uscire dall'acquario.
Qualcuno di noi si concentra sul danaro, qualcuno sulla cultura, sull'arte, perfino lo Yoga può divenire un modo per abbellire il nostro stato di cattività.
Ma migliorare la nostra vita fa davvero la differenza?
Di certo un lavoro più comodo, remunerativo, prestigioso ci fa vivere meno faticosamente di uno in cui bisogna fare molta fatica a tutti i livelli, in cui il guadagno serve a malapena a sopravvivere e per il quale nessuno ci riconosce i meriti delle nostre capacità.
Eppure tutto questo,
nella maggior parte dei casi,
non coincide con la libertà.
Ma se, ad un certo punto, iniziassimo ad osservare con obiettività i limiti della nostra esistenza, le sue pareti illusorie che ci separano dalla realtà così com'è, allora forse potremmo avere una possibilità per modificare realmente la nostra vita.
Inizieremmo a comprendere che tutt'attorno alla nostra realtà esistono molte altre realtà soggettive e che tutte queste sono immerse in qualcosa che le contiene tutte, una realtà oggettiva composta da tutte le innumerevoli soggettività.
Questa realtà oggettiva è sempre stata lì, oltre la barriera di vetro del nostro acquario, ma la nostra vista è distorta e tra noi e questa realtà esiste una barriera ben più netta del vetro… La nostra mente.
Essa è condizionata a rigettare tutto ciò che non è per lei comprensibile, tutto ciò che non è logico; la logica riconosce uno spazio e un tempo e consente alla mente di restare tranquilla, a suo modo, in un ristretto acquario.
In un contesto infinito di spazio e tempo non sopravvivrebbe a causa dello shock e la sua unica protezione è fingere che esista solo ciò che per lei è definito e conosciuto.
Ma anche con questa nuova consapevolezza resta la visione distorta che si ha all'interno della vasca guardando verso l'esterno di essa.
C'è un altro passo da fare…
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